Milano, il giornalista Alberto Dandolo aggredito in casa sua. Lavora per 'Dagospia' e il settimanale 'Oggi'
"Siamo abituati a pressioni, minacce, querele, diffide. Ora siamo alla violenza fisica - scrive Dagospia -. Ma continueremo a fare il nostro lavoro e a denunciare, finché ci sarà possibile, chi ce lo impedisce. A questo appello/denuncia aderisce Carlo Verdelli, direttore di 'Oggi'".
Il principale consigliere del dottor #Fauci ha violato le prassi sulla gestione dei registri federali sul COVID-19, che hanno minato le operazioni dell'NIH
Negli USA, come in Europa (cfr caso Von der Leyen - #Pfizer) sembra una prassi consolidata (suggerita dalle società di consulenza?) quella di comunicare tramite account privati per sottrarsi a #FOIA e indagini
Ci indigniamo perché Israele ha sequestrato le attrezzature dell'Associated Press, ma non che l'Italia abbia sequestrato TRE giornalisti?
Dopo i casi di Messina e Padova è successo anche a Roma - Giornalisti perquisiti e trattenuti nella “celletta” del commissariato, per impedire che documentassero l’azione di @ultimagenerazione
L’Indonesia valuta il divieto del giornalismo investigativo e dei contenuti LGBTQ
L’omosessualità è un argomento tabù in Indonesia, una delle nazioni a maggioranza musulmana più popolose al mondo, dove è illegale nella provincia di Aceh governata dalla sharia
Il rapporto dell’UNESCO evidenzia un rischio crescente per il giornalismo ambientale
Il rapporto pubblicato il 15 maggio in collaborazione con IFJ, evidenzia le sfide alla sicurezza che i giornalisti hanno dovuto affrontare negli ultimi 15 anni quando si sono occupati di questioni ambientali.
«Come spazzatura»: il sistema delle espulsioni di massa dei migranti nel deserto
Migranti vittime di un metodo sistematico e diffuso in Tunisia, Mauritania e Marocco: ad alimentarlo sono le politiche di esternalizzazione delle frontiere Ue.
L’Ue riconosce l’esistenza delle espulsioni nel deserto ma afferma che la responsabilità sia da attribuire ai Paesi partner. L’Italia è l’unico Paese coinvolto nell’inchiesta che ha ignorato le domande dei giornalisti
Ma perché solo poche persone ricordamo la vera accoglienza di #Diliberto (molto attento al protocollo) a Silvia #Baraldini?
Diliberto, professore eccellente, ministro appena sufficiente e politico pessimo, benché intriso di ideologia non ha mai messo a rischio la dignità istituzionale del proprio ruolo, come ha fatto Meloni.
Ma oggi sono tutti sotto effetto Mandela e Diliberto attende sotto l'aereo una terrorista con le mani sporche di sangue! 🙄🤦🏽♀️
Criticare Israele negli USA? I media senza scopo di lucro potrebbero perdere lo status di esenzione fiscale senza il giusto processo
Un nuovo disegno di legge antiterrorismo con ampio sostegno bipartisan consentirebbe al governo di togliere esenzioni fiscali vitali ai notiziari no-profit.
Purtroppo il concetto di sostegno attuabile al terrorismo non si limita a contributi intenzionali e diretti ai gruppi terroristici.
Le leggi esistenti sul sostegno materiale al terrorismo sono infatti state a lungo criticate per la loro ampiezza e il potenziale abuso, non solo contro la libertà di parola ma anche contro i fornitori di aiuti umanitari.
Una recente lettera di 135 organizzazioni per i diritti che si oppongono al disegno di legge ha evidenziato gli sforzi per revocare lo status di esenzione fiscale, o altrimenti attuare ritorsioni contro, gruppi studenteschi filo-palestinesi.
@macfranc@_Nico_Piro_@smaurizi@giornalismo Noi infatti in tempi non sospetti li avevamo invitati entrambi, avendoli presentati assieme con questo articolo https://btfp.sp.unipi.it/it/2022/11/la-prima-vittima/ che certi giornalisti, trasformatisi in bot bellicisti in s.p.e., avevano qualificato come "imbarazzante". E imbarazzante, in effetti, lo è: si tratta solo di capire per chi.
Non sono un "pacifista". In certi momenti della mia vita ho condiviso e sostenuto molte volte le tesi dei pacifisti, ma solo perché erano molto più razionali delle tesi interventiste.
Tuttavia non sono né un pacifista né un obiettore di coscienza e accetto il primato della sicurezza nazionale, che è una strategia e non una scusa per gettare in guerra un popolo, per fare soldi con l'industria e per travestirsi da eroi nazionali.
Sicurezza nazionale non è guerra, ma anzi è, al massimo grado, la messa in atto di misure necessarie per evitare la guerra, sia nel caso in cui si voglia proiettare la propria influenza politica e strategica sul proprio spazio geopolitico, sia nel caso in cui si voglia semplicemente limitare o annientare quella dei propri avversari attuali e futuri.
Il clima militarista che sta animando la destra italiana è dannoso per la sicurezza nazionale e evidenzia alcuni aspetti molto preoccupanti.
Si sta parlando spesso di ripristino della leva obbligatoria, estendendola addirittura alle donne, ma non c'è alcuna onestà intellettuale in tutto questo carnevale grigioverde.
Il ripristino della leva obbligatoria, implica solo che l'Italia si sta preparando alla guerra nel modo più cieco, quello di Ares, e non nel modo più saggio, quello di Atena.
La lunga mano delle Big Tech sul giornalismo. Il post di Patrick Boylan
Durante la kermesse perugina i relatori hanno riconosciuto il rischio di intrappolamento dei mass media tradizionali, dal momento che le aziende BigTech stanno diventando per essi una fonte primaria di guadagno; inoltre, l’indipendenza editoriale viene seriamente compromessa dal fatto che le redazioni fanno sempre più ricorso a sistemi di IA non trasparenti di generazione di articoli.
«Sino a poco più di un anno fa il fatto che ogni anno la “Legio Hungaria” organizzasse a Budapest un raduno dell’estrema destra europea e mondiale per celebrare la “giornata dell’onore”, faceva parte di quelle cosiddette “informazioni di nicchia”»
Ma l’accanimento ungherese contro Ilaria Salis ha sortito un effetto autosputtanante: quest’anno, le Autorità non hanno potuto fare gli gnorri e i neonazisti sono dovuti andare a sfilare per fratte...
Quanto devono essere “riconoscibili” gli scienziati, affinché il pubblico abbia fiducia nel loro ruolo nel processo decisionale?
Social e notizie no-stop hanno avvicinato al pubblico esperti e competenze diverse; tutto ciò impatta sulla produzione della conoscenza.
Basandosi sui risultati del nuovo rapporto, Christina Boswell e Molly Morgan Jones, suggeriscono che il legame tra fiducia e "riconoscibilità" è alla base di una buona comunicazione scientifica.
Carcere per giornalisti: gli emendamenti che mettono a rischio la libertà di informazione
«Il tema del carcere per i giornalisti è stato di recente oggetto di diversi interventi normativi, e non solo, per cui si rende necessario fare chiarezza.»