Il 7 maggio del 1624 arriva a Palermo, proveniente da Tunisi, il vascello della redenzione dei cattivi (riscatto dei cristiani prigionieri degli infedeli). Il Vicerè Emanuele Filiberto, contro il parere del Senato che sospettava che a bordo covasse la peste, ne permette l’attracco, “carico come era di mercanzie e ricchi doni a lui inviati dal Re di Tunisi”, la peste si diffonde in città.
«Sono una persona volgare. Dico cazzo, vaffanculo e bestemmio la madre del cristo. La mia bocca è come un buco di culo, quando serve esce merda.
«Daniela ironizzava spesso sull’ipotesi che io fossi affetta dalla sindrome di Tourette, ma io vi giuro che la mia mente è sana. La ricerca scientifica congettura che la coprolalia sia un indizio di sincerità. Di fatto, l’assoluta verità sugli eventi precedenti e successivi allo stupro è l’unica cosa che avrete da me. Di come progettai l’omicidio, invece, vi dirò ben poco».