juc, Italian
@juc@zirk.us avatar

A un certo punto stanotte mi sono svegliatə e mentre cercavo di riprendere sonno mi sono messə a pensare come aggiornare il curriculum perché magari se trovo un lavoretto part time marito finalmente si licenzia e riusciamo ad arrivare a sta pensione...

...solo che ricordo distintamente una frase che avevo in mente di scrivere nella valutazione personale: "e se avete in mente di rompermi le scatole con robe tipo mission aziendale, team dinamico eccetera allora capiamoci subito: no."

Uh... 👀

juc,
@juc@zirk.us avatar

Però mi è venuta in mente una cosa molto giusta che mi disse una volta un collega...
(Uno che era un grande, ma poi s'è integrato quando gli hanno promesso un po' di carriera... vabbè)

Ai colloqui di lavoro non è solo l'azienda che valuta te, sei anche te che valuti l'azienda.

Batarea,
@Batarea@sociale.network avatar

@juc
Il mio mantra è "compreresti il tuo capo"?
Ho sempre pensato questo ai colloqui.

lysander,

@juc

Ai colloqui di lavoro non è solo l'azienda che valuta te, sei anche te che valuti l'azienda.

Assolutamente!

E, per quel che può valere l'esperienza di una persona, anche all'interno dell'azienda ci possono essere diverse aree e mentalità.
Io ad esempio vedo una distinzione tra l'area "commerciale" e quella "tecnica".
Durante il periodo dei colloqui ne feci prima coi commerciali che mi convinsero poco (mission, vision e cavolate simili), e poi coi tecnici che tra le righe mi dissero "commerciali gonna commercial, noi siamo quelli che fanno le cose sul serio e non stiamo a perdere tempo in idiozie".

Ora vedo convivere queste (almeno) due anime in maniera soddisfacente. I commerciali (d'indole, non per forza di qualifica) organizzano gli incontri di teambuilding e i party e gli slogan e tutte quelle robe, i tecnici disertano tali incontri, ignorano le mail autocelebrative, e appunto fanno le cose.

Tutto sta a mettere in chiaro le cose, secondo me, e superato il livello proprio infimo di competenza, quando cioè si smette di essere una commodity senza volto e si diventa esseri umani, anche il padrone capisce che una persona serena produce di più

juc,
@juc@zirk.us avatar

@lysander era un po' così anche da me, infatti per tre anni è andato tutto molto bene.
Poi l'AD ha fatto cose.
Il capo è stato... diciamo incoraggiato a licenziarsi e l'ambiente è stato riorganizzato in modo da aderire alla mission eccetera...
(Mi raccomando giacca e cravatta quando vai dal cliente.)
Un disastro.

giorgiograppa,
@giorgiograppa@mastodon.la avatar

@juc
Questi giorni sto leggendo "Una banda di idioti", di John Kennedy Tool, e, guarda caso, quando il protagonista, Ignatius Reilly, è costretto a cercare laboro, nei colloqui fa proprio questo, valutare le aziende. Certo che l'approccio dell'autore è sarcastico (in realtà, non è che Ignatius disapprovi le aziende: ne viene respinto; ma, poi, rielabora il proprio riccordo e riesce a credere di essere stato lui a respingerle), ma mi sorprende tantissimo trovare queste idee su un romanzo scritto verso gli anni 60 del secolo scorso.

Queste cose mi incuriosiscono.

juc,
@juc@zirk.us avatar

@giorgiograppa mah...
Certe volte mi sembra che come consapevolezza riguardo a queste dinamiche siamo andati indietro invece che avanti.
Particolarmente tra gli anni 80 e 90.

giorgiograppa,
@giorgiograppa@mastodon.la avatar

@juc
Concordo, la consapevolezza dei lavoratori sui propri diritti è calata. La difessa di questi diretti, anche.

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