@pierobosio@soc.bosio.info
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

pierobosio

@pierobosio@soc.bosio.info

Webmaster - PC programmer - Web developer. I live in Nole (Turin) - Italy.

This profile is from a federated server and may be incomplete. Browse more on the original instance.

fedifaschifo, to fediverso
@fedifaschifo@mastodon.social avatar

Qual è il problema del Fediverso italiano?

Ho sempre immaginato il fediverso come una BBS ma un po’ più aperta che avrebbe potuto trasformare il web in qualcosa di nuovo.

In realtà le mie previsioni non si sono avverate.

https://ilfediversofaschifo.wordpress.com/2023/11/25/qual-e-il-problema-del-fediverso-italiano/

@fediverso

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@fedifaschifo @fediverso

Post e account provocatori?

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@fedifaschifo @fediverso

Quindi, secondo te, pare di capire che non tutto il fediverso fa schifo, ma solo quello italiano fa schifo, mentre quello estero sarebbe migliore.

notizie, to mastodon Italian

Pulizie di primavera sulle istanze poliverso.org e poliversity.it: eliminati quasi tutti gli utenti inattivi a più di un anno. Cos'è successo e perché l'abbiamo fatto? E perché (quasi) nessun altro fa questo tipo di pulizie?

Uno dei grandi problemi del è che solo un 10% degli utenti complessivi si è effettivamente collegato da meno di un mese, intervallo di tempo questo che segna la differenza tra un "utente attivo" e un utente disperso che presenta un'alta probabilità di essere "deceduto".

@fediverso

Nelle scorse settimane abbiamo provveduto a verificare l'esistenza in vita dei nostri account più vecchi per capire se si trattasse di utenti realmente inattivi oppure solo di persone ancora interessate al Fediverso e i risultati hanno confermato le nostre aspettative: solo una minoranza esigua di questi account ha infatti confermato un qualche interesse a lurkare su o su in posizione sefalica*.

  • sefalica, agg. usato solo nella forma femm. sing., dall'espressione vernacolare "se-fa-li-ca(zzi sua)*"* che indica l'approccio di chi è orientato sul proprio interesse e risulta scarsamente votato all'interazione con terzi

Il risultato di questa pulizia è stato decisamente significativo:

D'altra parte abbiamo notato un dato in apparente controtendenza:

  • l'istanza poliverso.org è passata dai 141 utenti complessivi di fine marzo, ai 161 di fine aprile (dati fediverse.observer) e ad oggi viene indicata (dati fedidb.org) con 183 utenti complessivi: 42 utenti attivi in più, ossia un incremento del 30% degli utenti attivi.
  • l'istanza poliversity.it è passata dai 47 utenti attivi di fine marzo, ai 56 di fine aprile (dati fediverse.observer) e ad oggi viene indicata (dati fedidb.org) con 58 utenti complessivi: 11 utenti attivi in più, ossia un incremento del 23% degli utenti attivi.

Come si spiega questa controtendenza

In realtà, benché alcuni nessi potrebbero essere di carattere contingente, non c'è necessariamente una causalità stretta tra l'eliminazione di utenti inattivi e l'incremento di utenti attivi e il motivo principale è il primo della lista:

  1. quando abbiamo cercato di prendere contatto con gli utenti inattivi, si è avuto un risveglio di alcuni di essi che ha determinato la "resurrezione" dei profili inattivi da più di un mese
  2. è possibile che alcuni utenti che hanno ricevuto l'avviso ma che non erano interessati a recuperare il profilo corrente, abbiano deciso di reiscriversi
  3. è possibile che alcuni profili fossero di bot automatizzati che, una volta risultati eliminati, si sono reiscritti automaticamente

Il risoltato è comunque quello di avere uno scostamento minore tra utenti complessivi e utenti attivi.

Ma perché questo ciclo di pulizia?

  • Il primo motivo è la privacy dei nostri utenti: se i nostri utenti non utilizzano il nostro social, non c'è motivo che noi continuiamo a trattare i dati personali necessari a gestire il loro account
  • il secondo motivo è la sIcurezza, intesa come sicurezza di noi amministratori ma anche di tutto il fediverso. Infatti, il fatto di avere in pancia utenti inattivi, non significa né che lo siano davvero, né che non siano utenti pericolosi. Una delle vulnerabilità del Fediverso che nasce dalle istanze a iscrizione libera è che qualche attore malevolo potrebbe far iscrivere utenti fittizi come parte di una botnet da attivare in certi momenti per produrre spam, far aumentare follower, alterare i flussi regolari dei messaggi. Ora, i socal commerciali dispongono di alcuni sistemi di mitigazione del rischio che, sebbene non risolutivi, consentono di sospendere o annullare gli effetti di queste campagne di alterazione della visibilità. Il fediverso invece non dispone di questi strumenti. Ogni utente inattivo è pertanto una piccola potenziale bomba a orologeria, piazzata dentro gli ingranaggi del Fediverso: una botnet dormiente, incistata in tutte le istanze del mondo e pronta a esplodere sarebbe impossibile da fermare in tempi rapidi!
  • Sebbene abbiamo riscontrato che l'eliminazione di profili inattivi non abbia avuto effetti positivi sul risparmio di risorse da parte del sistema, è chiaro che sul lungo termine, la nostra istanza si risparmierà di visualizzare in timeline quei contenuti che sarebbero stati visibili solo perché prodotti da contatti di secondo livello del nostro utente inattivo.

Ma perché questa pulizia non la fa nessuno?

Eh... ora tocca a voi: rispondete nei commenti!
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@notizie @fediverso

Penso che sia anche una rottura di coglioni stare lì a cercare l'utente inattivo per avvisarlo, scrivergli, controllare se si è riattivato, per poi dover accettare il dolore di doverlo eliminare perché non ha dato segni di vita.

informapirata, (edited ) to main Italian

Una riflessione sui successi e gli insuccessi del progetto feddit.it e le prospettive del lemmyverso e del bloggingverso. E voi che ne pensate?

https://www.informapirata.it/2024/01/14/feddit-it-tutte-le-criticita-e-le-potenzialita-dellalternativa-italiana-a-reddit-tra-bloggingverso-e-fediverso/

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @skariko @main @lealternative @informapirata @eticadigitale

Ci vogliono animatori di istanza, persone che sappiano provocare e alimentare interessi su determinati argomenti. Un ruolo inizialmente ricoperto da BOT dotati di AI che alcuni social pollaio chiusi sanno sfruttare molto bene.

fedifaschifo, (edited ) to fediverso
@fedifaschifo@mastodon.social avatar

Sedici istanze italiane: ordini di grandezza

Piccolo in termini assoluti e molto squilibrato: il fediverso italiano è numericamente in mano a cinque istanze ma solo due di esse sono in buona salute

https://ilfediversofaschifo.wordpress.com/2023/11/29/sedici-istanze-italiane-ordini-di-grandezza/

@fediverso

(attenzione: c'era un errore nel precedente grafico a torta, ora corretto)

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@fedifaschifo @fediverso

E meno male che ci sono queste poche istanze coraggiose, meglio che niente. Tanto di cappello. Ci vuole un coraggio da leoni a tenere aperta una istanza al pubblico, di questi tempi, con obblighi da adempiere, normative da rispettare, responsabilità da assumersi. Io non ne ho più voglia. Troppi rischi e mal di pancia inutili, perché basta poco a ricevere diffide legali da parte di avvocati di utenti che si sono sentiti diffamati da messaggi lasciati da altri utenti.

informapirata, to informatica Italian
@informapirata@mastodon.uno avatar

Autenticazione ed email: sta per arrivare una scossa tellurica nella cybersecurity. L'opinione di Matt Cooke, Cybersecurity Strategist di Proofpoint

La buona notizia è che Google e Yahoo stanno facendo qualcosa al riguardo per cambiare la situazione; quella cattiva è che le aziende che comunicano via email con utenti di Google e Yahoo dovranno prendere provvedimenti, e in tempi brevi.

@informatica

https://www.redhotcyber.com/post/autenticazione-ed-email-sta-per-arrivare-una-scossa-tellurica-nella-cybersecurity/

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@verolinux @informapirata @informatica

Appunto. Dkim e forme di autenticazione forte dovrebbero permettere di superare il problema del record PTR e dell'IP dinamico. Ma la soluzione dovrebbe arrivare dagli IPv6 statici e pubblici nei quali siamo ancora parecchio indietro.

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @verolinux @informatica

Appunto. Per di più chi fa selfhosting in casa propria, pur implementando dkim, spf, dmarc e chi più ne ha più ne metta, molto probabilmente, ha un IP4 dinamico in black list che lo penalizza.

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @verolinux @informatica

Io ho sempre considerato il self hosting solo quello dove il server giace presso la propria abitazione, ma a ben pensarci va bene considerare self hosting anche il Cloud e il server dedicato presso terzi.

informapirata, to politica Italian
@informapirata@mastodon.uno avatar

Fuggite. Sciocchi!

“Dovremmo recuperare una parola desueta: sacrifici. Davvero possiamo avanzare nell’integrazione europea, reggendo due guerre sulle nostre frontiere, senza sacrifici? L’italia non si è fatta senza spargimenti di sangue: non sarebbe bastata la finezza di Cavour”.
(Mario Monti sul Corriere)

@politica

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @politica

Sacrifici inutili e stupidi. Si sono dati la zappa sui piedi da soli. Per cosa poi? Fare l'Italia alla quale hanno fatto seguito due guerre. E ora si vuole fare lo stesso errore per fare l'Europa.

informapirata, to aitech Italian
@informapirata@mastodon.uno avatar

È già finita l’era dell’intelligenza artificiale open source?

Le aziende vogliono lavorare su modelli addestrati da altri per sviluppare soluzioni chiuse, un po' perché non vogliono che gli oligopolisti si impadroniscano dei propri dati privati, un po' per ragioni di profitto. Ma nessuna azienda ha addestrato i propri modelli su dati prodotti internamente.

(grazie a @noccioletta per la segnalazione)

@aitech

https://www.internazionale.it/notizie/alberto-puliafito/2024/03/31/intelligenza-artificiale-open-source

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @noccioletta @aitech

Sì, per il funzionamento di queste AI generative di immagini o testi o video occorrono modelli di dati su cui addestrare gli algoritmi, altrimenti queste AI non generano un tubo. Un limite è dato anche dalla potenza dell'hardware delle cpu e soprattutto delle gpu. La tendenza, probabilmente, sarà poi quella di sfruttare l'hw dell'utente nel calcolo distribuito se si vorrà mantenere una Ai open source condivisa.

https://stable-diffusion-art.com/models/

notizie, to fediverso Italian

L’UE chiude i battenti nel Fediverso perché nessuno vuole gestire i server Mastodon e Peertube!

Le istituzioni dell'UE sono attive sui server Mastodon e Peertube, grazie a un progetto pilota gestito dal Garante europeo della protezione dei dati. Ma a maggio verranno chiusi, perché nessuno vuole esserne responsabile.

@fediverso

netzpolitik.org/2024/mastodon-…

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@notizie @fediverso

Dispiace. Evidentemente le Istituzioni della UE non intendono mantenere aperti canali di dialogo con i cittadini europei.

jones, to random Italian

Ieri ho avuto qui uno scambio a messaggi diretti, in tema più o meno teologico (per me, più che altro, veniva da un mio interesse antropologico), con una persona notoriamente sedicente cristiana, ma che certo non vive secondo i dettami di povertà espressi - a quanto dicono i vangeli canonici - da Gesù. Verso la fine di questo scambio, comunque molto civile e da parte mia sicuramente affettuoso, mi ha scritto così: (1/3)

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@jones

Il porgere l'altra guancia non è da interpretare in senso masochista, ma in senso di resa, al fine di salvaguardare la pace.

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@jones

L'Apocalisse è un libro storico scritto 2000 anni fa che vede Roma antica e il suo esercito protagonista di gran parte delle figure allegoriche come il drago e la bestia in essa riportate. Il libro è adattabile in ogni epoca storica che vede un popolo dominatore e un popolo oppresso.

SparkIT, to random Italian

Mastodon sta facendo di tutto per smettere di essere il software di riferimento del fediverso e la gente si incazza pure. Quanta ingratitudine 😝

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar
pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@SparkIT

Essendo Mastodon un software che vive e si mantiene essenzialmente di donazioni, questo passaggio secondo me ci sta.

informapirata, (edited ) to privacypride Italian
@informapirata@mastodon.uno avatar

28 ONG sollecitano le autorità di protezione dei dati dell'UE a rifiutare il principio "Paga o fattela andar bene" su Meta

Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) pubblicherà presto quello che probabilmente sarà il suo parere più significativo fino ad oggi: determinerà se gli europei continueranno ad avere un’opzione realistica per proteggere il loro diritto alla privacy online. Nel novembre 2023, Meta ha adottato un approccio “Pay or Okay”.

@privacypride

https://noyb.eu/en/28-ngos-urge-eu-dpas-reject-pay-or-okay-meta

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @privacypride

I server e i servizi collegati hanno un costo che prima o poi va pagato. Se l'UE ci tiene alla tutela della privacy dei suoi cittadini, si potrebbe accollare lei i costi, ma non sarebbe giusto. Il pay or okay sarebbe una legittimazione del diritto alla privacy come merce di scambio. Di Meta e compagnia social se ne può fare a meno.

cybersecurity, (edited ) to eticadigitale Italian

Social, smartphone e i danni sui ragazzi: si sta finalmente aprendo il dibattito tra colpevolisti e innocentisti

Questa breve rassegna dell'attuale dibattito sui danni della tecnologia sui ragazzi verrà pubblicata sulla comunità Lemmy di @eticadigitale

IL WHISTLEBLOWING

Fino pochi mesi fa, il dibattito inerente gli effetti dello smartphone sulla salute mentale dei ragazzi rimaneva piuttosto sonnolento.

Ogni tanto poteva giungere notizia di qualche dipendente GAFAM che denunciava il proprio datore di lavoro di ignorare i segnali allarmanti (ultimo è il caso della psicologa danese Lotte Rubæk) che provenivano dall'utenza più giovane, ma in generale le accuse contro la tecnologia si rivelavano poco incisive, mentre le risposte da parte dei granti attori della tecnologia si limitavano a un no-comment, in base al principio per cui una smentita non sarebbe altro che "una notizia data due volte".

L'ALLARME LANCIATO DAL DR. VIVEK MURTY

A metà marzo tuttavia ha avuto una certa eco l'articolo di Robert Booth, corrispondente per gli affari sociali di The Guardian che ha riportato le preoccupazioni del dr. Vivek Murthy, [url=https://en.wikipedia.org/wiki/Surgeon_General_of_the_United_States], ossia capo della sanità pubblica statunitense, [/url] il quale esorta i governi a regolamentare i social dal momento che uno studio mostra che l’uso dello schermo e l’isolamento hanno causato un malessere diffuso.

"per la prima volta da quando sono stati raccolti i primi dati nel 2012, i giovani tra i 15 e i 24 anni in Nord America affermano di essere meno felici delle generazioni più anziane"

Murthy ha lanciato un avvertimento formale a tutti gli Stati Uniti sul fatto che i social media presentano “un profondo rischio di danno” per la salute mentale e il benessere di bambini e adolescenti, in base a un principio di cautela.

“Non abbiamo ancora prove sufficienti per determinare se i social media siano sufficientemente sicuri” da poter essere utilizzati

MALESSERE GIOVANILE: UN PROBLEMA PER LA DEMOCRAZIA?

Pochi giorni dopo, Vanessa "Van" Badham, drammaturga, scrittrice e attivista australiana sempre sul Guardian ha messo in guardia genitori, insegnanti e autorità sull'impatto che questa infelicità potrebbe avere sugli equilibri democratici.

LA GENERAZIONE ANSIOSA: COME IL GRANDE RICABLAGGIO DELL'INFANZIA STA CAUSANDO UN'EPIDEMIA DI MALATTIE MENTALI

Il culmine di questa serie di accuse contro la tecnologia ha però coinciso con la pubblicazione dell'ultimo libro di Jonathan Haidt, The Anxious Generation: How the Great Rewiring of Childhood Is Causing an Epidemic of Mental Illness, che costituisce un vero e proprio atto d'accusa sul collasso della salute mentale dei giovani e allo stesso tempo una proposta per mitigare gli effetti della tecnologia invasiva e reimpostare un'infanzia più sana e più libera.

LA RECENSIONE DI NATURE

A questo punto si è scatenato il confronto critico verso le conclusioni di questi studi colpevolisti.

Ad aprire le danze è stata la rivista Nature che, a firma della dott.ssa Candice L. Odgers, professoressa di Scienze Psicologiche e Informatica per la School of Social Ecology e professoressa a contratto dell'Università della California, ha recensito il volume di Haidt accusandolo di scarsa accuratezza scientifica.
La tesi della prof.ssa Odgers è che il tempo passato davanti allo schermo non sia necessariamente responsabile dell’aumento dei livelli di depressione e ansia adolescenziale; d'altra parte la crescente isteria collettiva su questi argomenti potrebbe distrarre l'opinione pubblica e la scienza dall’affrontare le vere cause.

In sostanza:

  1. Haidt non avrebbe portato prove di causalità tra esposizione alla tecnologia e depressione
  2. la vera causa sarebbe, soprattutto rispetto all'area statunitense, "la discriminazione strutturale e il razzismo, il sessismo e l'abuso sessuale, l’epidemia di oppioidi, le difficoltà economiche e i problemi sociali"

Il "grande ricablaggio" sarebbe dunque un argomento fantoccio e questa tesi tranquillizzante è stata ripresa da diversi giornalisti in tutto il mondo per "riequilibrare" le prese di posizione recenti con una opportuna dose di innocentismo.

LA RISPOSTA DELL'AUTORE

Haidt ha risposto rapidamente sul blog di psicologia After Babel confutando le due obiezioni sollevate dalla prof.ssa Odgers, attraverso la rappresentazione di diversi dati a suffragio delle proprie argomentazioni e, d'altra parte, affermando che l'aumento di questo malessere non può essere dovuto alle cause alternative suggerite su Nature in quanto, pur impattando sul benessere dei ragazzi, erano preesistenti alla brusca accelerazione del fenomeno.

LA REALTÀ POLITICA E GIUDIZIARIA ENTRANO IN GIOCO

Contemporaneamente al botta e risposta tra i due studiosi, ecco che la cronaca politica e giudiziaria entra a gamba tesa sui dibattiti.
Dopo Utah, Arkansas, Louisiana, Ohio e Texas (e dopo la clamorosa causa intentata da New York ai colossi di Internet) e contemporaneamente alle iniziative di ROn de Santis in Florida, anche l'amministrazione cittadina di New York infatti vuole fare causa ai giganti dei social media, sostenendo che le loro pratiche commerciali possono avere un impatto nocivo sulla salute mentale dei giovani!
L'articolo di Angelo Alù su Agenda Digitale presenta un riepilogo interessante di tutta la vicenda, dalle accuse ai social media, alle iniziative di supporto intraprese dall'amministrazione cittadina e rimanda alla ingente documentazione presente nell'atto ufficiale presentato in tribunale dalla municipalità.

CONTRIBUTI INNOCENTISTI SU VALIGIA BLU

L'ultimo articolo degno di menzione, su un piano di totale innocentismo, è l'articolo comparso su Valigia Blu a firma di Tiziana Metitieri, psicologa che coordina le attività dell'ambulatorio di neuropsicologia clinica dell'ospedale pediatrico Meyer e che si è sempre opposta all'approccio proibizionista e cautelativo verso l'utilizzo della tecnologia da parte dei bambini.
Nel suo ultimo articolo, afferma sulla scorta degli studi citati che

“In tutti i paesi e per tutti i dati demografici, le persone che avevano accesso a Internet, accesso a uno smartphone o che utilizzavano attivamente Internet riportavano maggiori livelli di soddisfazione di vita, esperienze positive, senso di scopo e benessere fisico, comunitario e sociale, e livelli più bassi di esperienze negative”

CONCLUSIONI

Questo confronto tra orientamenti diversio e a volte diametralmente opposti può disorientare la pubblica opinione, ricordando molto il confronto che si è avuto per decenni sul fumo, un dibattito che ha visto la capacità del potere economico di "sopire troncare ... troncare sopire" la verità scientifica.

Siamo decisamente convinti che il combinato di smartphone e social network costituisca un pericolo esistenziale per il futuro dei ragazzi, ma siamo anche certi che il dibattito che si è avuto fino a un anno fa non abbia ancora raggiunto la giusta maturità.

In questo senso è importantissimo che le parti avverse si confrontino presentando dati ed evidenze scientifiche sempre più convincenti.

Per quello che ci riguarda, crediamo anche che l'accesso alla tecnologia e ai social sia una grandissima opportunità per i ragazzi, ma che questo accesso debba essere mediato non tanto da limitazioni di carattere infrastrutturale (sistemi di controllo parentale, hardware limitato) ma dall'unica componente in grado di trasformare le informazioni in conoscenza, ossia la cultura. Nello specifico la cultura digitale che con saggezza e accortezza può essere trasmessa ai bambini fin dalla più tenera età, attraverso il ruolo fondamentale dei genitori in primo luogo e in seconda battuta della scuola.

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@cybersecurity

Penso sia difficile arrivare ad una dimostrazione in quel senso, perché, secondo me, è già difficile definire una app social come una app che crea dipendenza. Il rischio di dipendenza psicologica è più facile che arrivi da app di videogiochi o di giochi d'azzardo. E poi è il mainstream che per vendere più psicofarmaci e controllare le tue emozioni ti vuole vedere comunque affetto da qualche disturbo, anche quando si gode di una perfetta salute mentale.

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@cybersecurity @eticadigitale

Non ci credo che i social e le tecnologie connessse siano origine di malattie mentali. Certamente possono influenzare mode e comportamenti al pari di altri media. Secondo me disturbi e malattie mentali traggono origine da ben altre cause e traumi di tipo prevalentemente genetico, biologico, affettivo, familiare e in ultima analisi ambientale. Solo una politica corrotta può vedere nei social l'origine dei propri disturbi e delle proprie schizofrenie mentali.

rfc1036, to random Italian

Come chiunque aveva previsto, a meno di un mese dall'attivazione la piattaforma di oggi ha illecitamente censurato l'IP 188.114.97.7 di Cloudflare che ospita centinaia di migliaia di siti che non c'entrano niente con lo streaming dello sport. Bravi tutti.

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar
mario, to random

In Activitypub, is actor id https://example.com/users/Name equal to https://example.com/users/name or should they be treated as separate entities?

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar
pierobosio, to random Italian
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

Il discorso è questo:

se il tuo interlocutore può registrare la telefonata e tu no, chi ci rimette sei tu.
Se un americano può registrare le telefonate e un italiano no, chi ci rimette è l'italiano.

pirati, to informatica Italian
@pirati@sociale.network avatar

Piracy Shield: il Cloudflare Disaster blocca innumerevoli siti e fomenta l'opposizione al provvedimento

Gli esperti hanno avvertito che un programma radicale di blocco dei siti senza adeguati controlli ed equilibri finirebbe male in Italia. Sabato almeno un indirizzo IP di Cloudflare è stato aggiunto al sistema antipirateria Piracy Shield.

@informatica

https://torrentfreak.com/piracy-shield-cloudflare-disaster-blocks-countless-sites-fires-up-opposition-240226/

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@pirati @informatica

Il piracy shield è una piattaforma potenzialmente pericolosa e letale perché rischia di compromettere un sistema di comunicazione a trasmissione e commutazione di pacchetto dati con tutte le conseguenze negative che ne possono derivare sulla vita delle persone che da esso dipendono. Per cosa poi? Impedire lo streaming video abusivo. Per fermare un abuso nell'interesse di poche élite si legittima un abuso più grande a danno di molti. Secondo me è da cretini.

informapirata, to eticadigitale Italian
@informapirata@mastodon.uno avatar

Digital Markets Act: Booking è il settimo gatekeeper

La Commissione europea ha annunciato che Booking è un gatekeeper, quindi deve rispettare gli obblighi e i divieti del Digital Markets Act (DMA). Si salvano invece X Ads e TikTok Ads. Per quanto riguarda invece la designazione di X è stata avviata un’indagine di mercato per esaminare la contestazione dell’azienda di Elon Musk.

@eticadigitale

https://www.punto-informatico.it/digital-markets-act-booking-settimo-gatekeeper/

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @eticadigitale

Secondo me, l'unico gatekeeper è proprio l'Unione europea...

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gatekeeping

informapirata, to informatica Italian
@informapirata@mastodon.uno avatar

Come non cascare nelle truffe telefoniche AI

Gli strumenti di intelligenza artificiale in grado di clonare la voce delle persone sono un'arma sempre più utilizzata dai cybercriminali: abbiamo raccolto i consigli degli esperti per non farsi fregare

@informatica

https://www.wired.it/article/intelligenza-artificiale-truffe-telefoniche-come-difendersi/

pierobosio,
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

@informapirata @informatica

Già. La registrazione automatica della telefonata "truffa" è un altro strumento che può aiutare a difendersi da questi attacchi. Purtroppo molti cellulari non permettono la registrazione della chiamata per ragioni di privacy, lasciando il malcapitato senza elementi probatori per contestare la chiamata. Questo vale come controverifica quando qualcuno ci fa dire al telefono cose che non abbiamo detto. Difficile da capirlo?

pierobosio, to random Italian
@pierobosio@soc.bosio.info avatar

Ieri ho passato la giornata in casa a fare 5 kg di pasta all'uovo. Metto 4 uova ogni 1/2 kg di farina 00, ma andrebbero bene anche 5 uova. Ci aggiungo 25 - 50g di parmigiano o grana grattugiato per insaporire la pasta e impasto a lungo con un guscio o due di acqua. Con la pasta facciamo gli agnolotti, i ravioli a base di carne, salciccia, spinaci, aromi e poi le tagliatelle. Il tutto da consumare in famiglia durante le feste: Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania.

Ravioli o agnolotti con la pasta all'uovo.
Tagliatelle tradizionali fatte con la pasta all'uovo e infarinate.
Tagliatelle e ravioli fatti con pasta all'uovo.

  • All
  • Subscribed
  • Moderated
  • Favorites
  • JUstTest
  • mdbf
  • everett
  • osvaldo12
  • magazineikmin
  • thenastyranch
  • rosin
  • normalnudes
  • Youngstown
  • Durango
  • slotface
  • ngwrru68w68
  • kavyap
  • DreamBathrooms
  • tester
  • InstantRegret
  • ethstaker
  • GTA5RPClips
  • tacticalgear
  • Leos
  • anitta
  • modclub
  • khanakhh
  • cubers
  • cisconetworking
  • megavids
  • provamag3
  • lostlight
  • All magazines