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panormus

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Palermo "Stupor Mundi", città dai mille volti, segnata da secoli di storia e dominazioni che hanno lasciato traccia sia a livello culturale che architettonico. Nel capoluogo siciliano le testimonianze del suo passato, segnato dall’avvento di fenici, greci, romani, arabi e normanni rivivono tutt’ora grazie alla maestosità del suo patrimonio artistico inserito in un contesto brulicante di vita, dialetti e tradizioni popolari.

#palermo #panormus #sicilia #sicily #world

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Antichi mestieri siciliani ormai scomparsi: Il Banditore

Il Bando era un annuncio di interesse pubblico che veniva letto per le vie della città ad alta voce dal “ Banditore “, che era preceduto da squilli di tromba o da rulli di tamburo. Da qui prese il nome
il termine siciliano “ abbanniari “ che va inteso come comunicazione ad alta voce per quanto concerne la vendita di un prodotto.

I Bandi erano Reali, Vicereali, del Senato, della Commissione di Salute Pubblica, etc.

Il cittadino, molto spesso non capiva il nesso delle nuove leggi, quindi non ne teneva conto.

Il Banditore iniziava ad elencare il nome dell’Autorità che lo promulgava, accompagnato dai molteplici titoli nobiliari e dopo una lunga dettagliata esposizione dei fatti ai quali si intendeva porre rimedio, “ ordinava, provvedeva e comandava “ il preciso rispetto delle norme e disposizioni elencando un lungo e dettagliato elenco delle pene che sarebbero state inflitte ai trasgressori.

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MONREALE (PA) - IL CHIOSTRO DEI BENEDETTINI

Guy de Maupassant è stato uno scrittore, drammaturgo, reporter di viaggio, saggista e poeta francese, nonché uno dei padri del racconto moderno.

Fra le opere dello scrittore francese, vi è “La Vie Errante”, del 1890, che contiene un brano notevolissimo “La Sicile”, capitolo che narra il viaggio effettuato da Maupassant nella primavera del 1885, in quella che lui definisce la “perla del Mediterraneo”.

Le sue pagine raggiungono a volte il lirismo, Maupassant non si limita ad una descrizione fedele e suggestiva di ciò che vide, vi aggiunse considerazioni sobrie ma efficaci sull’arte e sulla vita, in cui rivela la sua perenne ricerca di un equilibrio e di un ideale che possa soddisfare le necessità estetiche del genere umano, la sua sete di Bellezza.

Percepisce persino gli odori particolari, e non soltanto il classico profumo della zagara, le sfumature più sottili, e trova, in alcuni momenti di contemplazione, “un benessere del pensiero e del corpo che rasenta la felicità”.

Dopo avere visitato Palermo e visto all'interno del Palazzo dei Normanni la Cappella Palatina, definendola "la più bella che esista al mondo", volle visitare il Duomo di Monreale, ed in particolare il Chiostro dei Benedettini, sul quale scrisse:

“Il meraviglioso Chiostro di Monreale suggerisce alla mente una tale sensazione di grazia che ci si vorrebbe restare quasi per sempre … e chi non l’ha visto non può immaginare cosa sia l’armonia di un colonnato … meravigliano lo sguardo e poi affascinano, lo incantano, vi generano quella gioia artistica che le cose d’un gusto assoluto fanno penetrare nell’anima attraverso gli occhi …”

Un particolare delle tessere dei mosaici del colonnato del Chiostro dei Benedettini nel comune si Monreale in provincia di Palermo

LaVi, to Futurology Italian
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Non so se la notizia sia che un robot ha ferito un essere umano o che se ne parli due anni dopo https://nypost.com/2023/12/26/business/tesla-factory-worker-attacked-by-robot-which-dug-claws-into-back-arm/

panormus,
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@LaVi non c'era stato anche il robot che aveva rotto un dito al suo avversario umano durante un torneo di scacchi?

panormus, to random
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La Cattedrale di Palermo, in una litografia incisa da John Le Keux, nel 1840

peppenamir, to random
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Eh niente non venite a #palermo che schifo!! C'è il ttrrafficooo , siamo tutti povery e Lollobrigida quando deve scendere ferma il treno in Calabria e scappa. Non scendete che le arancine me le magno tutte io😇

panormus,
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@peppenamir Palermo 12 Dicembre 2023, vaniglia, fiordilatte e panna 😁

LaViPixel, to random

Attenzione attenzione! Sia reso noto a tutti i cittadini come comportarsi in caso di neve!
Oggi, quasi 250 anni fa, in tutto il Ducato di Milano (all'epoca dominazione austriaca) veniva diramato questo editto e si stabilivano multe di cinque scudi e persino la carcerazione per gli inadempienti.
Era il 7 dicembre 1777.

panormus,
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@LaViPixel

E quando la neve non c'era, si poteva comprare, nei primi del novecento in Sicilia la neve che cadeva sull'Etna era di proprietà baronale o vescovile perché gli appezzamenti, anche in quota, erano dei nobili o della Chiesa.

Sia in Archivio di Stato che in Archivio Storico Diocesano si possono infatti trovare tantissimi documenti che raccontano la compravendita della neve.

In particolar modo, la neve dell'Etna era del Vescovo dal 1092, anno in cui il Gran Conte Ruggero aveva fatto una donazione di terre alla Chiesa. Quest'ultima dava poi in appalto il commercio alla borghesia cittadina.

100 chilogrammi di neve, costava 4 lire, franco stazione di Giarre (CT).

panormus,
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@valhalla @LaViPixel
Era neve lavata (con lava) 😆

panormus, to random
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Il viaggiatore e geografo arabo Ibn Jubayr giunse a Palermo il 9 dicembre 1184, dopo un lungo viaggio per mare da Ceuta, in Marocco.

La città lo impressionò immediatamente per la sua bellezza e ricchezza, descrivendola come "la più bella città che abbia mai visto", Ibn Jubayr rimase colpito dai suoi edifici monumentali, luoghi di culto e mercati.

Tra gli edifici monumentali che visitò, Ibn Jubayr fu particolarmente colpito dal Palazzo Reale di Palermo, la sede del governo normanno, durante il regno di Guglielmo II.

Il palazzo era una magnifica fusione di stili architettonici islamici e cristiani, e Ibn Jubayr fu colpito dalla sua eleganza e imponenza.

Egli scrisse "Stavamo per entrare nella città di Palermo quando fummo fermati e condotti alla porta vicino ai palazzi del re. Attraverso spazi aperti, porte e corti reali, ammirammo palazzi con le torri squadrate, giardini e anticamere occupate da personale di servizio che abbagliarono i nostri occhi e confusero i nostri pensieri. Tra le cose che vedemmo c’era una sala (maglis) in una spaziosa corte circondata da un giardino e i lati occupati da colonnati. La sala occupava l’intera lunghezza della corte e noi ci meravigliammo della sua estensione e dell’altezza delle sue logge. Poi ci fu detto che qui il re pranzava con la sua corte. Questi colonnati e le anticamere sono dove i suoi giudici, gli addetti al suo servizio e gli amministratori siedono in sua presenza…"

Anche i luoghi di culto impressionarono Ibn Jubayr, la più grande era la Moschea di Palermo, allora la più grande in Europa.

La moschea era stata costruita dai musulmani che avevano conquistato la Sicilia nel IX secolo, e Ibn Jubayr fu colpito dalla sua splendida architettura e maestosa presenza.

Ibn Jubayr visitò anche i mercati di Palermo, dove fu colpito dalla ricchezza e varietà delle merci offerte, erano pieni di frutta, verdura, carne, pesce e spezie, rimase anche particolarmente colpito dai tessuti, che erano di una qualità e bellezza incomparabili.

Ibn Jubayr lasciò Palermo il 18 dicembre 1184, con un'impressione molto positiva della città, la sua descrizione è una preziosa testimonianza di una città che era allora un importante centro culturale e commerciale.

https://peertube.uno/w/wYZKsCYK3JVJqCmFbPKYnL

Di Ibn Jubayr si è parlato anche nella puntata di Sapiens del 2 dicembre: https://www.raiplay.it/video/2023/11/Mediterraneo-Arabo---Sapiens-un-solo-pianeta---Puntata-del-02122023-56b97c20-8238-42c5-8ff3-17bd70736cf0.html

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L'antica linea tranviaria di Palermo è un pezzo importante della storia della città, fu inaugurata nel 1887 e rappresentò un importante passo avanti per lo sviluppo della città.

Prima dell'arrivo del tram, il trasporto pubblico a Palermo era limitato a carrozze trainate da cavalli, che erano costose e poco efficienti. Il tram, invece, era un mezzo di trasporto più economico e veloce, che rese più accessibile la mobilità urbana.

La rete tranviaria di Palermo si espanse rapidamente nel corso dei primi decenni del XX secolo, nel 1912, contava 19 linee che collegavano il centro storico della città con le sue periferie.

I tram erano un mezzo di trasporto popolare a Palermo e venivano utilizzati da tutti, erano un modo efficiente e conveniente per spostarsi in città e rappresentavano un'importante parte della vita quotidiana dei palermitani.

Il tram era anche un importante mezzo di trasporto turistico, i turisti potevano utilizzare i tram per visitare i principali luoghi di interesse della città, come il Teatro Massimo, la Cattedrale e il Palazzo Reale.

La rete tranviaria di Palermo fu chiusa nel 1947 a causa del deterioramento delle condizioni delle infrastrutture e della crescente popolarità dell'automobile.
#picoftheday #photographyart #sicilia #sicily #palermo #panormus #photography #fotografia #travel #tourism #europe #world #art #storie #story #linea #tranviaria #trasporto #tram #città #urbana #metropolitana #turismo

La linea tranviaria di Palermo in Corso Vittorio Emanuele nel 1915
La linea tranviaria di Palermo in Piazza Indipendenza, partiva da Piazza Bologni e arrivava nel vicino Comune di Monreale, sullo sfondo Porta Nuova nel 1925
Il tram che da Palermo arrivava fino al vicino comune di Monreale

panormus, to photography
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Bummulu, un oggetto antico come la storia della mia terra, la Sicilia.

La storia del bummulu, o quartara, è una storia che attraversa l’intera tradizione siciliana, la tipica anfora a due manici, risale alla civiltà greca.

L’etimologia del suo nome, infatti, è greca: Bombylios o bombyle.

Fatto da un impasto di terracotta e sale, ha la capacità di mantenere la temperatura del liquido che vi si versa: acqua, vino o olio.

Era usato maggiormente dai contadini o dai pastori, oppure da coloro che abitavano lontano da fonti d’acqua, infatti col bummulu l’acqua si prendeva alla fonte e si riportava al focolare, a temperatura.

Palermo primi del 900', quando c'erano gli acquaioli che vendevano l'acqua per strada, qui un acquaiolo versa l'acqua dal bummulu e poi aggiungeva u zammù (l'anice)
Palermo primi del 900', quando c'erano gli acquaioli che vendevano l'acqua per strada, qui un acquaiolo versa u zammù (l'anice) nel bicchiere d'acqua, mentre il cliente paga. Da notare il bummulu

SnowFan, to random

Un treno Frecciarossa utilizzato come auto blu. È questa l’accusa che arriva dalle opposizioni, stranamente compatte, contro il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Un coro di accuse e di richieste di dimissioni che nasce da un articolo pubblicato questa mattina dal Fatto Quotidiano: all’interno si legge del ministro e “cognato d’Italia” che ha usufruito di una “fermata straordinaria” del Frecciarossa9519 Torino-Salerno alla stazione di Ciampino.
🤦‍♂️

Scendo qui, grazie.🤦‍♂️

https://www.unita.it/2023/11/22/lollobrigida-treno-ciampino-opposizioni-contro-ministro-frecciarossa-come-auto-blu/

panormus,
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@SnowFan Cosa dirà @LaVi appena vedrà questo toot ? 😁

panormus,
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@GustavinoBevilacqua come finì non dovevi hackerare il tabellone? 🤭

@LaVi @SnowFan

panormus,
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Sampei, to random Italian
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La nostra stanza analogica.

Avevamo un piccolo sottotetto + terrazzino abbandonato a se stesso, invaso dai piccioni, con le infiltrazioni che ormai avevano reso la camera da letto sotto invivibile... ed un estremo bisogno di spazio aggiuntivo.

Ci siamo decisi a fare dei lavori di ristrutturazione ed oggi è diventata "la nostra stanza analogica": il WiFi non ci arriva, niente tv, computer e schermi vari, è vietata qualsiasi tecnologia che abbia meno di 30 anni. Quindi solo vinili, libri, chitarra, puzzle, giochi da tavola. @Paz potrà anche rispolverare la vecchia macchina da cucire che non sapevamo più dove mettere. Manca solo un cestino sulle scale dove lasciare il proprio telefono.

Dopo 20 anni che abitiamo qui, non mi sembra vero!

La nostra stanza analogica

panormus,
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@Sampei @Paz bellissima, complimenti 😉

panormus, to photography
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A San Martinu ogni mustu diventa vinu

La festa di San Martino si celebra ogni 11 Novembre ed è una ricorrenza che in Sicilia è fortemente legata alla cultura contadina e a usanze eno-gastronomiche tramandate di generazione in generazione.

I detti “A San Martino ogni mustu diventa vinu” e “A San Martinu si vivi lu vinu” sono legati alla tradizione secondo la quale proprio intorno a questa festività il mosto si è finalmente trasformato in vino.

Si passa alla cosiddetta “svinatura”, si aprono le botti e a tavola viene servito il vino novello.

A Palermo il San Martino dei poveri veniva festeggiato con il rito del biscotto di San Martino, inzuppato nel moscato: “Li viscotta di San Martinu” vengono descritti nel XIX secolo dal demologo siciliano Giuseppe Pitrè come dei biscotti dolci “che hanno la forma di un piccolo pane, la cui parte appariscente è alla roccocò” (Pitrè, G., 1881, p.411).
#picoftheday #photographyart #sicilia #sicily #palermo #panormus #photography #fotografia #travel #tourism #europe #world #femminicidio #tradizioni #popolari #festa #sanmartino #biscotti #dolci

semprelasolitaLaura, to random

Presa diretta

panormus,
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@semprelasolitaLaura mentre da voi si chiama broccoletto da noi è "U Sparacieddu" (sparacello), il broccolo invece per noi è il vostro cavolfiore 😁

panormus,
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panormus,
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@semprelasolitaLaura il cane vuole fregarmi il biscotto di S. Martino 🤭

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TI RISSI NO (TI HO DETTO NO)

L’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri ha recentemente completato un significativo murale a Cefalù (PA), dipingendo una parete degli alloggi comunali di via Pietragrossa.

L’opera, intitolata “Ti Rissi No" si pone come un potente messaggio contro il femminicidio e la violenza di genere, affrontando con forza e sensibilità una questione di rilevanza sociale sempre più pressante.

L’artista, Igor Scalisi Palminteri, descrive il murale come un tributo alle donne vittime di femminicidio e violenza. Il corpo dipinto sulla parete rappresenta tutto ciò che spesso rimane invisibile: l’anima, i sentimenti e gli sforzi delle donne, spesso trascurati nella società ombreggiata dalla violenza di genere.
#picoftheday #photographyart #sicilia #sicily #palermo #panormus #photography #fotografia #travel #tourism #europe #world #femminicidio #donne #streetart #noviolenzasulledonne

peppenamir, to random
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In "taron e la pentola magica" e la pentola magica un vecchio da al protagonista una mela e un tozzo di pane per sfamamarsi dopo un lungo viaggio, cazzo anche nei cartoni animati c'è crisi, a me una mela basta come spuntino

panormus,
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@peppenamir l'unica cosa che veramente conta per il palermitano fra oggi e domani è questa 🤭

LaVi, to random Italian
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... E torniamo a tuffarci nel vecchiume! 🤣

panormus,
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@LaVi Bisogna catalogare ed etichettare tuttooooooo.

Cosa succede ad un dipinto se perde la propria identità perché si separa dalla sua didascalia? Può succedere che rimanga per più di 70 anni nell’oblio di un deposito, con una targhetta che non corrisponde alla sua identità.

A Palermo, nei magazzini di Palazzo Abatellis (Galleria Regionale della Sicilia) è stato ritrovato un dipinto del 600, arrivato come opera anonima e che invece appartiene al pittore Napoletano Luca Giordano (1634-1705) soprannominato "Luca fai presto" per la sua velocità nell'esecuzione delle opere, un capolavoro di olio su tela "San Michele Arcangelo scaccia i demoni".

Il dipinto era esposto a Palermo nella Chiesa della Magione sino a quando, a causa degli eventi bellici del secondo conflitto mondiale, se ne erano perse le tracce, vivendo in clandestinità, insussistente, sotto mentite spoglie.

Il dipinto è stato infatti soprannominato "L'Arcangelo insussistente".

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Dai racconti quotidiani di Andrea Camilleri, un estratto del "giorno dei morti"

Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari.

Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.

Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto.

Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca.

Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa.

Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo.

I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.

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Nel cuore del quartiere Albergheria a Palermo, tra le strade di Ballarò, in vicolo dei Benedettini sorge un nuovo murale intitolato “Con Passione”, realizzato dall’artista Igor Scalisi Palminteri.

L’opera affronta temi delicati e universali come la depressione, nasce come segno di riflessione sulla fragilità umana ed è, al contempo, un omaggio alla memoria di una donna, Alessandra.

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