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Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato

Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi è la Casa-Museo dedicata alla memoria di Peppino Impastato e di sua madre Felicia.

Peppino, attivista che ha lottato contro mafia, corruzione e oppressione, per la giustizia sociale, e il 9 maggio del 1978 fu ucciso per volontà del boss Gaetano Badalamenti.

Mamma Felicia ha rotto il muro del silenzio per raccontare la storia di Peppino e per denunciare gli assassini mafiosi del figlio, è stata la prima donna che si è ribellata alla cultura dell’omertà.

Ha aperto le porte della sua casa per raccontare la storia di Peppino e per far conoscere gli aspetti più corrotti della nostra società e dell’apparato istituzionale.

Felicia, definita “partigiana dell’antimafia” e “donna di democrazia” è scomparsa il 7 dicembre del 2004 dopo un lungo percorso per ottenere giustizia per Peppino.

La condanna di Gaetano Badalamenti, boss di Cinisi e bersaglio delle continue denunce e dell’impegno politico di Peppino, è arrivata solo nel 2002, 24 anni dopo l’assassinio.

Nel 2012 Casa Memoria Impastato viene riconosciuta come bene culturale, sono migliaia le persone che hanno varcato e continuano a varcare la soglia di questa porta ormai simbolica alla ricerca di nuove conoscenze, di informazioni non distorte e di un momento di riflessione e tutte si sono riappropriate di un piccolo pezzo di libertà.

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"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà"

Peppino Impastato
(Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978)

Radio Aut era la radio libera fondata nel 1977 da Peppino Impastato, la sede si trovava a Terrasini ed era trasmessa sulla frequenza di 98.800 Mhz.

La radio era gestita in regime di autofinanziamento, Peppino e i suoi compagni la utilizzavano per denunciare i potenti mafiosi di Cinisi e Terrasini e per dare voce, con la controinformazione, alle istanze che provenivano dal sociale.

Alla fine di aprile del 1977 iniziarono le prime prove di trasmissione, si costituì un primo nucleo redazionale e dal mese di Maggio si cominciò a mandare in onda “Il notiziario di Radio Aut, giornale di controinformazione radiodiffuso”.

Peppino metteva in atto “Onda Pazza a Mafiopoli”, facendosi ascoltare dalla cittadinanza dei due paesi di Terrasini e Cinisi, inondando di satira politica tutti quei personaggi che conosceva personalmente, contando su notizie freschissime e riservate, pronte per essere divulgate alla sua maniera.

Il 9 maggio del 1978 Peppino Impastato veniva assassinato per mano mafiosa.

Radio Aut, Peppino e i suoi compagni la utilizzavano per denunciare i potenti mafiosi di Cinisi

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"Le meraviglie della tradizione gelataia siciliana"

Si narra che nel maggio del 1860 quando Giuseppe Garibaldi e i suoi Mille, nella battaglia contro i Borbone, conquistarono Palermo per unirla all’Italia, il condottiero cercò ristoro in un piccolo bar e lo chef servì in suo onore un gelato coi tre colori della bandiera nazionale: così nacque "Il Giardinetto" un "pezzo duro" che, con i suoi tre strati di fragola, cedro e pistacchio, arricchiti di canditi, i colori dello spongato richiamavano quelli del Tricolore.

Da allora sono passati 164 anni, ma la storica gelateria Ilardo è ancora lì, che fa il suo gelato giardinetto

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Il 7 maggio del 1624 arriva a Palermo, proveniente da Tunisi, il vascello della redenzione dei cattivi (riscatto dei cristiani prigionieri degli infedeli). Il Vicerè Emanuele Filiberto, contro il parere del Senato che sospettava che a bordo covasse la peste, ne permette l’attracco, “carico come era di mercanzie e ricchi doni a lui inviati dal Re di Tunisi”, la peste si diffonde in città.

https://www.panormus.blog/articolo.php?id=1914571367

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il “Timballo di maccheroni“, passato alla storia come “Timballo del Gattopardo“, che Giuseppe Tomasi di Lampedusa descrive così:
“L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.”

Ecco la ricetta:
https://ilsicilia.it/il-timballo-del-gattopardo-una-pietanza-dal-gusto-letterario/

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La leggenda del coccodrillo al mercato della Vucciria di Palermo.

Tra le tante leggende palermitane, non mancano le storie legate a fatti misteriosi, intriganti e suggestivi, come quella del coccodrillo che divorava i bambini che giocavano vicino alle fontane del mercato della Vucciria a Palermo.

https://www.panormus.blog/storie.php?id=24kF9rPBHhLjpSq

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La Biblioteca della Fondazione Sicilia, che si trova a Palermo all'interno di Palazzo Branciforte, possiede circa 50 mila volumi e svolge una funzione culturale di grandissimo rilievo.

Una ricca sezione è quella sulla storia della Sicilia, sulla Storia dell’arte, sulla Numismatica e sull’Archeologia.

Il Fondo librario antico della biblioteca è costituito da molte pubblicazioni stampate dal 1501 al 1830.

Sul soffitto della sala di lettura spicca un meraviglioso affresco di Ignazio Moncada di Paternò.

@LaVi

L'interno della Biblioteca della Fondazione Sicilia, che si trova a Palermo all'interno di Palazzo Branciforte

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Attrezzi di una volta: argano ligneo all'Archivio Storico Comunale di Palermo, gli argani erano dotati di un sistema di cestelli per mandare giù i fascicoli dagli scaffali.

@LaVi

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A Palermo all'inizio di Via Maqueda, sul marciapiede che divide la via con la Piazza dedicata al Maestro Giuseppe Verdi, dove sorge maestoso il Teatro Massimo, nel 1895 fu inaugurato il Chiosco Ribaudo, progettato dall'Architetto Ernesto basile.

Per l'occasione il Giornale di Sicilia del 14 luglio 1895, lo annunciava così:

"Un nuovo chiosco. A Porta Macqueda si è inaugurato un bellissimo chiosco per bibite, tabaccheria ecc. il progetto, ricco di pregi artistici è dell'illustre prof. Basile; le opere furono dirette dal signor Salvatore Rutelli di Giovanni, eseguite per la parte in ferro nell'opificio del signor Martorella Salvatore fu Francesco, col quale ci congratuliamo per la sveltezza e l'eleganza del lavoro. Questo chiosco, veramente splendido per eleganza e adornamento, abbellisce la piazza del Teatro Massimo".

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Palermo, museo delle maioliche stanze al Genio

Il Museo delle Maioliche Stanze al Genio, situato a Palermo, rappresenta un vero e proprio scrigno di tesori artistici, capace di incantare gli appassionati di storia, arte e design. La sua collezione di oltre 5000 mattonelle di maiolica italiana, risalenti al XV al XX secolo, offre un affascinante viaggio attraverso l'evoluzione di questa tecnica decorativa, svelando la maestria di artigiani e artisti di epoche diverse.

https://www.panormus.blog/pagine.php?id=UIEB0rgq3h8blMY

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Palermo anni 60, rione Capo, quando non c'erano i soldi per comprare un vestito di carnevale, scattava l'inventiva, non bisognava perdersi d'animo ........ la tuta di astronauta.

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Per la Giornata della Memoria, la storia dell'eroina siciliana Giuseppina Panzica, che aiutava a passare il confine a ebrei e perseguitati, facendoli attraversare il suo orto, che coincideva con la frontiera.

Giuseppina Giovanna Panzica nacque a Caltanissetta, in Sicilia, il 1º agosto 1905, durante l'occupazione tedesca dell'Italia, nel 1943, la Panzica iniziò a collaborare con la Resistenza italiana.

In particolare, si occupò di aiutare gli ebrei a fuggire dall'Italia e a rifugiarsi in Svizzera.

Giuseppina viveva a Ponte Chiasso, un piccolo comune al confine tra Italia e Svizzera, in quel periodo, il confine era militarizzato e la guardia era molto stretta.

La Panzica, però, riuscì a trovare un modo per aiutare gli ebrei a passare il confine, si occupava di organizzare i viaggi degli ebrei, trovava loro un posto dove nascondersi durante la notte, li accompagnava al confine e li aiutava a passare la guardia.

La determinazione e l'altruismo di Giuseppina Panzica è un esempio di coraggio e di umanità che non deve essere dimenticato, la sua storia ci insegna che, anche in tempi difficili, è sempre possibile trovare il coraggio di aiutare gli altri.

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Antichi mestieri siciliani ormai scomparsi: Il Banditore

Il Bando era un annuncio di interesse pubblico che veniva letto per le vie della città ad alta voce dal “ Banditore “, che era preceduto da squilli di tromba o da rulli di tamburo. Da qui prese il nome
il termine siciliano “ abbanniari “ che va inteso come comunicazione ad alta voce per quanto concerne la vendita di un prodotto.

I Bandi erano Reali, Vicereali, del Senato, della Commissione di Salute Pubblica, etc.

Il cittadino, molto spesso non capiva il nesso delle nuove leggi, quindi non ne teneva conto.

Il Banditore iniziava ad elencare il nome dell’Autorità che lo promulgava, accompagnato dai molteplici titoli nobiliari e dopo una lunga dettagliata esposizione dei fatti ai quali si intendeva porre rimedio, “ ordinava, provvedeva e comandava “ il preciso rispetto delle norme e disposizioni elencando un lungo e dettagliato elenco delle pene che sarebbero state inflitte ai trasgressori.

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MONREALE (PA) - IL CHIOSTRO DEI BENEDETTINI

Guy de Maupassant è stato uno scrittore, drammaturgo, reporter di viaggio, saggista e poeta francese, nonché uno dei padri del racconto moderno.

Fra le opere dello scrittore francese, vi è “La Vie Errante”, del 1890, che contiene un brano notevolissimo “La Sicile”, capitolo che narra il viaggio effettuato da Maupassant nella primavera del 1885, in quella che lui definisce la “perla del Mediterraneo”.

Le sue pagine raggiungono a volte il lirismo, Maupassant non si limita ad una descrizione fedele e suggestiva di ciò che vide, vi aggiunse considerazioni sobrie ma efficaci sull’arte e sulla vita, in cui rivela la sua perenne ricerca di un equilibrio e di un ideale che possa soddisfare le necessità estetiche del genere umano, la sua sete di Bellezza.

Percepisce persino gli odori particolari, e non soltanto il classico profumo della zagara, le sfumature più sottili, e trova, in alcuni momenti di contemplazione, “un benessere del pensiero e del corpo che rasenta la felicità”.

Dopo avere visitato Palermo e visto all'interno del Palazzo dei Normanni la Cappella Palatina, definendola "la più bella che esista al mondo", volle visitare il Duomo di Monreale, ed in particolare il Chiostro dei Benedettini, sul quale scrisse:

“Il meraviglioso Chiostro di Monreale suggerisce alla mente una tale sensazione di grazia che ci si vorrebbe restare quasi per sempre … e chi non l’ha visto non può immaginare cosa sia l’armonia di un colonnato … meravigliano lo sguardo e poi affascinano, lo incantano, vi generano quella gioia artistica che le cose d’un gusto assoluto fanno penetrare nell’anima attraverso gli occhi …”

Un particolare delle tessere dei mosaici del colonnato del Chiostro dei Benedettini nel comune si Monreale in provincia di Palermo

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L'antica linea tranviaria di Palermo è un pezzo importante della storia della città, fu inaugurata nel 1887 e rappresentò un importante passo avanti per lo sviluppo della città.

Prima dell'arrivo del tram, il trasporto pubblico a Palermo era limitato a carrozze trainate da cavalli, che erano costose e poco efficienti. Il tram, invece, era un mezzo di trasporto più economico e veloce, che rese più accessibile la mobilità urbana.

La rete tranviaria di Palermo si espanse rapidamente nel corso dei primi decenni del XX secolo, nel 1912, contava 19 linee che collegavano il centro storico della città con le sue periferie.

I tram erano un mezzo di trasporto popolare a Palermo e venivano utilizzati da tutti, erano un modo efficiente e conveniente per spostarsi in città e rappresentavano un'importante parte della vita quotidiana dei palermitani.

Il tram era anche un importante mezzo di trasporto turistico, i turisti potevano utilizzare i tram per visitare i principali luoghi di interesse della città, come il Teatro Massimo, la Cattedrale e il Palazzo Reale.

La rete tranviaria di Palermo fu chiusa nel 1947 a causa del deterioramento delle condizioni delle infrastrutture e della crescente popolarità dell'automobile.

La linea tranviaria di Palermo in Corso Vittorio Emanuele nel 1915
La linea tranviaria di Palermo in Piazza Indipendenza, partiva da Piazza Bologni e arrivava nel vicino Comune di Monreale, sullo sfondo Porta Nuova nel 1925
Il tram che da Palermo arrivava fino al vicino comune di Monreale

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Bummulu, un oggetto antico come la storia della mia terra, la Sicilia.

La storia del bummulu, o quartara, è una storia che attraversa l’intera tradizione siciliana, la tipica anfora a due manici, risale alla civiltà greca.

L’etimologia del suo nome, infatti, è greca: Bombylios o bombyle.

Fatto da un impasto di terracotta e sale, ha la capacità di mantenere la temperatura del liquido che vi si versa: acqua, vino o olio.

Era usato maggiormente dai contadini o dai pastori, oppure da coloro che abitavano lontano da fonti d’acqua, infatti col bummulu l’acqua si prendeva alla fonte e si riportava al focolare, a temperatura.

Palermo primi del 900', quando c'erano gli acquaioli che vendevano l'acqua per strada, qui un acquaiolo versa l'acqua dal bummulu e poi aggiungeva u zammù (l'anice)
Palermo primi del 900', quando c'erano gli acquaioli che vendevano l'acqua per strada, qui un acquaiolo versa u zammù (l'anice) nel bicchiere d'acqua, mentre il cliente paga. Da notare il bummulu

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A San Martinu ogni mustu diventa vinu

La festa di San Martino si celebra ogni 11 Novembre ed è una ricorrenza che in Sicilia è fortemente legata alla cultura contadina e a usanze eno-gastronomiche tramandate di generazione in generazione.

I detti “A San Martino ogni mustu diventa vinu” e “A San Martinu si vivi lu vinu” sono legati alla tradizione secondo la quale proprio intorno a questa festività il mosto si è finalmente trasformato in vino.

Si passa alla cosiddetta “svinatura”, si aprono le botti e a tavola viene servito il vino novello.

A Palermo il San Martino dei poveri veniva festeggiato con il rito del biscotto di San Martino, inzuppato nel moscato: “Li viscotta di San Martinu” vengono descritti nel XIX secolo dal demologo siciliano Giuseppe Pitrè come dei biscotti dolci “che hanno la forma di un piccolo pane, la cui parte appariscente è alla roccocò” (Pitrè, G., 1881, p.411).

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TI RISSI NO (TI HO DETTO NO)

L’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri ha recentemente completato un significativo murale a Cefalù (PA), dipingendo una parete degli alloggi comunali di via Pietragrossa.

L’opera, intitolata “Ti Rissi No" si pone come un potente messaggio contro il femminicidio e la violenza di genere, affrontando con forza e sensibilità una questione di rilevanza sociale sempre più pressante.

L’artista, Igor Scalisi Palminteri, descrive il murale come un tributo alle donne vittime di femminicidio e violenza. Il corpo dipinto sulla parete rappresenta tutto ciò che spesso rimane invisibile: l’anima, i sentimenti e gli sforzi delle donne, spesso trascurati nella società ombreggiata dalla violenza di genere.

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Nel cuore del quartiere Albergheria a Palermo, tra le strade di Ballarò, in vicolo dei Benedettini sorge un nuovo murale intitolato “Con Passione”, realizzato dall’artista Igor Scalisi Palminteri.

L’opera affronta temi delicati e universali come la depressione, nasce come segno di riflessione sulla fragilità umana ed è, al contempo, un omaggio alla memoria di una donna, Alessandra.

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Tra la notte del 17 e il 18 Ottobre 1969 viene trafugata a Palermo la NATIVITA' di CARAVAGGIO.

Era conservata nell'Oratorio della Chiesa di San Lorenzo a Palermo.

La tela non saraà mai più ritrovata.

La “Natività”, il cui valore di mercato si aggirerebbe oggi intorno ai 20 milioni di dollari secondo l'FBI, è inserita da quest'ultima nella lista mondiale dei dieci capolavori rubati più importanti.

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