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Era un sabato pomeriggio come tanti quello di 32 anni fa, il 23 maggio del 1992.

Io non vivevo più a casa con i miei genitori e di solito il sabato andavo sempre a trovarli e, insieme a loro, ci recavamo a casa di mia nonna materna che abitava al piano di sopra.

Era un modo per passare dei momenti lieti, si cenava tutti insieme, una tradizione a cui tenevamo per mantenere ancora più saldo l’affetto familiare.

La nonna nella sua cucina aveva sempre un piccolo televisore acceso, le piaceva guardare un po' di tutto mentre si dedicava a cucinare, le piaceva, per lei era un momento di ritrovo familiare.

Ma quel sabato pomeriggio, un tragico evento, avrebbe trasformato quei momenti lieti in una sensazione di amarezza e di sconforto.

Ad un certo punto, le trasmissioni TV che stavano andando in onda, furono interrotte per dar spazio ad un’edizione straordinaria del telegiornale, nella quale venne annunciato il terribile e vile attentato di stampo terroristico-mafioso, nel tratto di autostrada A29 in prossimità dello svincolo di Capaci, attentato nel quale persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, moglie del magistrato, e tre dei cinque uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Mia madre, donna di una sensibilità fuori dal comune, che si metteva a piangere anche quando apprendeva in tv la morte di un attore o di un attrice, appresa la notizia dell’attentato scoppiò a piangere, cercai di consolarla con un abbraccio.

In quel momento tutto sembrava perduto, sconforto e rabbia era in ogni cittadino palermitano e ancora non potevamo immaginare quello che sarebbe successo da lì a un paio di mesi dopo, il 19 luglio 1992, dove ancora un atroce attentato di stampo mafioso avrebbe ucciso il giudice Paolo Borsellino e gli uomini e una donna della sua scorta.

Proprio il giudice Paolo Borsellino, dopo la morte del suo amico Giovanni, in un suo discorso disse:
“CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO. CHI NON HA PAURA, MUORE UNA VOLTA SOLA”.

Lo scorso anno ho realizzato un piccolo video, che ripropongo, dedicandolo a Giovanni, Francesca, Vito, Rocco ed Antonio.

https://peertube.uno/w/uwY8QRYQGqEJs3tRjfzYmF

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"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà"

Peppino Impastato
(Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978)

Radio Aut era la radio libera fondata nel 1977 da Peppino Impastato, la sede si trovava a Terrasini ed era trasmessa sulla frequenza di 98.800 Mhz.

La radio era gestita in regime di autofinanziamento, Peppino e i suoi compagni la utilizzavano per denunciare i potenti mafiosi di Cinisi e Terrasini e per dare voce, con la controinformazione, alle istanze che provenivano dal sociale.

Alla fine di aprile del 1977 iniziarono le prime prove di trasmissione, si costituì un primo nucleo redazionale e dal mese di Maggio si cominciò a mandare in onda “Il notiziario di Radio Aut, giornale di controinformazione radiodiffuso”.

Peppino metteva in atto “Onda Pazza a Mafiopoli”, facendosi ascoltare dalla cittadinanza dei due paesi di Terrasini e Cinisi, inondando di satira politica tutti quei personaggi che conosceva personalmente, contando su notizie freschissime e riservate, pronte per essere divulgate alla sua maniera.

Il 9 maggio del 1978 Peppino Impastato veniva assassinato per mano mafiosa.

Radio Aut, Peppino e i suoi compagni la utilizzavano per denunciare i potenti mafiosi di Cinisi

marcoboh, to sport Italian
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Supermercato Conad, mattina prefestiva, quartiere di Roma di media composizione economica e sociale. Pieno di anziani, quasi tutti in cattiva o pessima forma, fisica soprattutto ma anche mentale.
Pochi quelli che da più giovani devono aver non dico fatto attività sportiva ma anche solo camminato anziché andare in auto(mobile) o auto(bus).
Che desolazione.
@bodyweighter

milanoup, to random Italian
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🗓️ -
📰 , rivista , propone il tema della forestazione urbana quale elemento di compensazione degli stati di inquinamento nelle aree metropolitane:
👉https://doi.org/10.54103/2531-6710/19685

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La soluzione c'è, e te la consiglia la pubblicità

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La Biblioteca della Fondazione Sicilia, che si trova a Palermo all'interno di Palazzo Branciforte, possiede circa 50 mila volumi e svolge una funzione culturale di grandissimo rilievo.

Una ricca sezione è quella sulla storia della Sicilia, sulla Storia dell’arte, sulla Numismatica e sull’Archeologia.

Il Fondo librario antico della biblioteca è costituito da molte pubblicazioni stampate dal 1501 al 1830.

Sul soffitto della sala di lettura spicca un meraviglioso affresco di Ignazio Moncada di Paternò.

@LaVi

L'interno della Biblioteca della Fondazione Sicilia, che si trova a Palermo all'interno di Palazzo Branciforte

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A Palermo all'inizio di Via Maqueda, sul marciapiede che divide la via con la Piazza dedicata al Maestro Giuseppe Verdi, dove sorge maestoso il Teatro Massimo, nel 1895 fu inaugurato il Chiosco Ribaudo, progettato dall'Architetto Ernesto basile.

Per l'occasione il Giornale di Sicilia del 14 luglio 1895, lo annunciava così:

"Un nuovo chiosco. A Porta Macqueda si è inaugurato un bellissimo chiosco per bibite, tabaccheria ecc. il progetto, ricco di pregi artistici è dell'illustre prof. Basile; le opere furono dirette dal signor Salvatore Rutelli di Giovanni, eseguite per la parte in ferro nell'opificio del signor Martorella Salvatore fu Francesco, col quale ci congratuliamo per la sveltezza e l'eleganza del lavoro. Questo chiosco, veramente splendido per eleganza e adornamento, abbellisce la piazza del Teatro Massimo".

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Palermo, museo delle maioliche stanze al Genio

Il Museo delle Maioliche Stanze al Genio, situato a Palermo, rappresenta un vero e proprio scrigno di tesori artistici, capace di incantare gli appassionati di storia, arte e design. La sua collezione di oltre 5000 mattonelle di maiolica italiana, risalenti al XV al XX secolo, offre un affascinante viaggio attraverso l'evoluzione di questa tecnica decorativa, svelando la maestria di artigiani e artisti di epoche diverse.

https://www.panormus.blog/pagine.php?id=UIEB0rgq3h8blMY

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Palermo anni 60, rione Capo, quando non c'erano i soldi per comprare un vestito di carnevale, scattava l'inventiva, non bisognava perdersi d'animo ........ la tuta di astronauta.

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Antichi mestieri siciliani ormai scomparsi: Il Banditore

Il Bando era un annuncio di interesse pubblico che veniva letto per le vie della città ad alta voce dal “ Banditore “, che era preceduto da squilli di tromba o da rulli di tamburo. Da qui prese il nome
il termine siciliano “ abbanniari “ che va inteso come comunicazione ad alta voce per quanto concerne la vendita di un prodotto.

I Bandi erano Reali, Vicereali, del Senato, della Commissione di Salute Pubblica, etc.

Il cittadino, molto spesso non capiva il nesso delle nuove leggi, quindi non ne teneva conto.

Il Banditore iniziava ad elencare il nome dell’Autorità che lo promulgava, accompagnato dai molteplici titoli nobiliari e dopo una lunga dettagliata esposizione dei fatti ai quali si intendeva porre rimedio, “ ordinava, provvedeva e comandava “ il preciso rispetto delle norme e disposizioni elencando un lungo e dettagliato elenco delle pene che sarebbero state inflitte ai trasgressori.

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L'antica linea tranviaria di Palermo è un pezzo importante della storia della città, fu inaugurata nel 1887 e rappresentò un importante passo avanti per lo sviluppo della città.

Prima dell'arrivo del tram, il trasporto pubblico a Palermo era limitato a carrozze trainate da cavalli, che erano costose e poco efficienti. Il tram, invece, era un mezzo di trasporto più economico e veloce, che rese più accessibile la mobilità urbana.

La rete tranviaria di Palermo si espanse rapidamente nel corso dei primi decenni del XX secolo, nel 1912, contava 19 linee che collegavano il centro storico della città con le sue periferie.

I tram erano un mezzo di trasporto popolare a Palermo e venivano utilizzati da tutti, erano un modo efficiente e conveniente per spostarsi in città e rappresentavano un'importante parte della vita quotidiana dei palermitani.

Il tram era anche un importante mezzo di trasporto turistico, i turisti potevano utilizzare i tram per visitare i principali luoghi di interesse della città, come il Teatro Massimo, la Cattedrale e il Palazzo Reale.

La rete tranviaria di Palermo fu chiusa nel 1947 a causa del deterioramento delle condizioni delle infrastrutture e della crescente popolarità dell'automobile.

La linea tranviaria di Palermo in Corso Vittorio Emanuele nel 1915
La linea tranviaria di Palermo in Piazza Indipendenza, partiva da Piazza Bologni e arrivava nel vicino Comune di Monreale, sullo sfondo Porta Nuova nel 1925
Il tram che da Palermo arrivava fino al vicino comune di Monreale

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