#EU#Italy#PressFreedom#RAI#TV#Television#News#Media#Journalism: "An Italian union has called for political parties to be “eliminated from Rai” as journalists with the public broadcaster went on strike in protest against the “suffocating control” allegedly being wielded by Giorgia Meloni’s rightwing government over their work.
The ruling coalition has been accused of influencing programming, including censoring themes that are not in tune with its rightwing stance.
The strike on Monday came amid a growing debate in Italy about political influence in the media after Rai was accused of censoring an antifascism monologue that was due to be read on one of its TV talkshows by the high-profile author Antonio Scurati.
“This strike is in response to industrial themes … but also there is an aspect linked to the independence and autonomy of journalists,” Daniele Macheda, the president of Usigrai, the main union representing Rai journalists, told reporters in Rome. “Things have happened in Italy, also recently, that do not give us much hope in [the way] things are going.”
#Algerie
Hana Ghezzar Bouakkaz:
Vous connaissez le raï algérien, mais peut-être pas encore le Zenkaoui ? 🇩🇿
Le Zenkaoui, un nouveau genre musical créé par la jeunesse algérienne, est un mélange vibrant de raï, de chaâbi et de chants de supporters. Bien plus qu'une simple musique en #Algérie, c'est un moyen dynamique pour la jeunesse de s'exprimer, fusionnant traditions et aspirations modernes. En émergeant des quartiers populaires, il devient un symbole de créativité et de résilience, unifiant les voix des artistes et des supporters à travers le pays.
À ce jour, les deux pionniers du Zenkaoui sont Mouh Milano et Jalil Palermo, dont les chansons cumulent plusieurs centaines de millions de vues chacune.
/2 Il est remarquable d'observer l'évolution et la diversité de la musique à travers le temps et les cultures, tout en demeurant un moyen d'expression efficace.
Italiens Staatsender RAI: Zensurvorwurf gegen Regierungschefin Meloni
"Telemoni" - das ist der Spitzname für den italienischen Sender RAI. Der Vorwurf: Regierungschefin Meloni wolle ihren Einfluss auf den Sender ausweiten. Nun gibt es einen neuen Skandal und Teile des Senders begehren auf. Von E. Pongratz.
Alla fine, la #censura di #Scurati da parte della #Rai mi fa ricordare di quella volta che ho pestato una merda di vacca entrando col piede fino alla caviglia.
<<Ambasciatore d'Israele contro #Ghali sul messaggio a Sanremo per Gaza. #Gasparri "#Rai si scusi">> vorrei fare notare che Ghali non ha mai detto ne' #Gaza ne' #Palestina, ha detto "stop al genocidio" e basta. E' stato l'ambasciatore d'Israele ad aggiungere significato dove evidentamente anche l'ambasciatore d' #Israele stesso riconosce che di genocidio si tratta.
Nonostante le (quasi) due settimane di ritardo, è giusto condividere questo video.
Perché le persone incompetenti sono quelle che hanno la maggiore visibilità mediatica? Un comico dovrebbe fare satira, non alimentare la disinformazione su un tema così divisivo, incompreso e già ingiustamente bistrattato dall'opinione pubblica. Vergogna per Fiorello e la RAI
E' impressionante come #Coldiretti possa spargere continuamente #disinformazione sulla #RAI senza alcun contraddittorio a difesa dei propri interessi corporativi, e al tempo stesso fare terrorismo mediatico sulla salute umana contro la #UE (senza i cui fondi e protezione, però, i loro prodotti non avrebbero mercato e le loro aziende fallirebbero).
Che tempo che fa, la trasmissione di Fabio #Fazio migrata da poche settimane dalla #Rai al #Nove, ormai non sorprende più: gli ascolti, da record, sono una costante, nonostante il canale meno “mainstream” rispetto a Rai Uno. E così ieri sera il ministro degli Esteri, Antonio #Tajani, si è trovato quasi costretto a fare i complimenti al conduttore proprio per i numeri dello share: “Complimenti per la trasmissione, fa numeri molto alti. Vuol dire che dal punto di vista giornalistico lavorate molto bene”. La replica di Fazio: “Non so a quanti altri farà piacere, ma a me fa piacere”.
Mi stupivo che la #Rai perdesse una parte di canone, poi ho scoperto che riceverà gli stessi soldi di prima, ma presi dalla fiscalità generale. Così il canone lo paghiamo sempre noi, con 70 euro in bolletta e 20 nell’Irpef. Che schifo.
Piera Coschi
via email
Gentile lettrice, mi sorprendo che qualcuno ancora si sorprenda dei trucchi della #Meloni. Tutto quello che la premier dice è una trappola per gonzi. Indebolire la Rai? Giammai, ora è di proprietà meloniana. Perfino Gasparri con insolita sincerità ha spiegato che “il canone è una chiacchiera da bar, perché poi dal monte tasse si prelevano 420 milioni da dare alla Rai. Forse era meglio dire la verità”. Ma al di là di questo, la Meloni smentisce coi fatti tutto ciò su cui negli anni ha costruito il consenso. E non parlo solo di taglio delle accise, blocco navale dell’Africa o mille euro con un click. Parlo dell’essenza del suo partito, che si è presentato come sovranista e invece era servilista, sdraiato a mo’ di Fracchia, in modo imbarazzante, ai piedi di Usa ed Ue. L’unica promessa mantenuta è stata di demolire il Reddito di cittadinanza, perché se si tratta di colpire i poveri la peggiore premier di tutti i tempi non si risparmia, col controcanto del cognato genio, quello che “i poveri mangiano meglio dei ricchi”. È triste pensare che FdI ha ricevuto i voti soprattutto dai poveri, dalle classi meno abbienti, oltre che da una fetta di Ztl, ex elettori del Pd. Ora l’ultima della Meloni è che “Il Pil dell’Italia cresce. Nel 2024 saremo la locomotiva d’Europa”. Invece secondo tutte le previsioni nel 2024 l’Italia avrà la crescita più bassa dell’eurozona.
(Cit)
Share a picco per tutti i nuovi programmi proposti dalle reti #Rai. E Viale Mazzini non muove una paglia.
Ci si copre dietro al fatto che cambiare l’intellighenzia di #sinistra richiede tempo e soprattutto una sorta di rivoluzione culturale. La realtà, ovviamente, è ben diversa. Sebbene sia innegabile che per anni la televisione pubblica sia stata oggetto di un circoletto privilegiato che ha fatto il bello e il cattivo tempo, è un fatto – sono gli ascolti a dirlo – che i nuovi programmi sono un disastro dietro l’altro. E che, invece, i volti storici della Rai che hanno emigrato altrove (Bianca Berlinguer a Rete4 e Fabio Fazio sul Nove) stanno facendo la fortuna di quei programmi. La domanda nasce spontanea: chi ci ha guadagnato da questi passaggi? Sebbene qualsiasi meloniano o leghista direbbe che meglio averne fatto a meno, la Tv vive di numeri e i numeri raccontano un cambiamento disastroso che si prova a coprire con la scusa del cambiamento (che in realtà manco c’è stato).
(Cit)